La testimonianza di Cristina Mostosi
La scuola oltre le aule: educare prima di insegnare
La funzione della scuola va oltre alle attività di aula. Fare formazione significa anche educare, conoscere e scoprire il mondo che ci circonda. In quest’ottica i ragazzi vengono spesso coinvolti in attività extracurriculari finalizzate alla crescita e allo sviluppo personale che comprendono incontri con figure di riferimento in relazione alle diverse tematiche sensibili.
L’incontro con Cristina
Nella giornata del 18 aprile i ragazzi delle classi quarte di ABF Bergamo hanno ospitato Cristina Mostosi, naturalista, divulgatrice e giardiniera, che durante un incontro di un’ora e mezza ha voluto raccontare la propria storia di rinascita e di creazione di “bellezza” come lei stessa la definisce.
La testimonianza di Cristina è strettamente legata al femminicidio di sua sorella, Paola Mostosi, che in una fredda giornata di marzo è stata rapita, tenuta in ostaggio e poi assassinata.
Paola, una normale ragazza di 24 anni neolaureata, si trovava all’altezza di Dalmine in autostrada quando, davanti alla propria auto, un camion inizia a perdere ghiaia danneggiando la sua nuova vettura. Paola ritiene giusto accostarsi e richiedere al camionista di compilare la constatazione amichevole, purtroppo per lei il suo aguzzino le mette le mani addosso e, di fronte alla reazione giustamente indignata della ragazza, decide di ammanettarla e tenerla in ostaggio all’interno del proprio camion per il resto della giornata mentre lui, come se nulla fosse, svolge il suo lavoro quotidiano.
Paola trascorre la fredda notte di marzo all’interno della vettura, vestita con abiti leggeri e senza nessuna coperta, mentre il suo aguzzino ritorna a casa dalla moglie ed esce con lei a cena. La mattina successiva Paola verrà strangolata e gettata da un ponte dal suo aguzzino.
Rinascere è possibile
Dopo il lutto Cristina decise di rifugiarsi in quello che lei considera il suo posto sicuro ovvero il proprio giardino decidendo di rivalorizzarlo per creare uno spazio di condivisione e dialogo per tutti coloro che lo necessitano. Questo giardino ospita un fiore in particolare: l’IRIS, simbolo di bellezza e femminilità, che Cristina ha voluto associare a sua sorella e alla lotta contro la violenza sulle donne fondando l’associazione “Le iris di Trebecco”.
Durante questo percorso di crescita e creazione dell’associazione Cristina ha deciso di iniziare a sviluppare due progetti che si sono concretizzati nella creazione di una biblioteca di quasi 4000 titoli comprendente volumi di botanica, paleontologia, ornitologia, libri di fotografia e tutto ciò che concerne il mondo della “terra” non lasciando però in disparte anche saggi dedicati al tema della violenza.
Il secondo progetto vede invece la partecipazione di diversi artisti a cui è stata data la possibilità di selezionare un’iris presente all’interno del giardino di Cristina per trasformarla in opera d’arte tramite l’espressione artistica che l’autore riteneva più indicata e opportuna per il soggetto dell’opera.
Il progetto con gli allievi di ABF
l’ultimo dei progetti su cui Cristina sta lavorando è organizzato insieme agli allievi di ABF e si concluderà a settembre con la piantumazione delle iris nel cortile dell’istituto. L’idea prevede la creazione di una piccola aiuola in onore di tutte le vittime di violenza con la conseguente affissione di una targa commemorativa.
Questo piccolo gesto vuole simboleggiare la possibilità di far nascere qualcosa di bello nonostante la negatività e gli eventi spiacevoli che tutti noi possiamo affrontare durante la nostra vita.
Come Cristina ha inoltre ricordato, il gesto di piantare qualcosa prevede che la persona che lo sta facendo si inginocchi di fronte a ciò che sta seminando. I fiori, per crescere, così come ogni relazione con l’altro, hanno bisogno di attenzioni, rispetto cura e amore ed è così che curando e controllando l’aiuola la storia di Paola e di tante altre donne non sarà stata raccontata invano.
Per scoprire la storia e le iniziative organizzate da Cristina Mostosi, vi consigliamo la visione di questo breve documento realizzato da Silvia Berretta.