Chef Calvi prepara il cibo dei campioni!
15 Novembre 2020 – Per sentirsi in forze, bisogna mangiare sano, soprattutto nel mondo dello sport: ecco perché lo chef è una figura fondamentale. A parlarci del suo ruolo e delle sue esperienze è stato Gabriele Calvi, chef dell’Atalanta, il quale sta tenendo una serie di incontri presso il nostro CFP.
Chi è lo chef Calvi?
Calvi da circa sette anni cucina per i calciatori dell’Atalanta: è un cuoco e un ristoratore di terza generazione, quindi la sua passione arriva direttamente dalla famiglia.
Ha 45 anni, è originario di Santa Brigida, un paese dell’alta Val Brembana, e, insieme alla sorella Katia, ha gestito anni addietro il ristorante del Casinò di San Pellegrino, di proprietà di Antonio Percassi, attuale presidente nerazzurro.
Nel ristorante della squadra a Zingonia è Katia ad occuparsi della sala, mentre in cucina Gabriele è affiancato da Mattia Mendola, ingaggiato dopo aver fatto lì uno stage mentre frequentava l’Istituto Alberghiero di San Pellegrino.
Gli incontri
Nella nostra scuola sono stati organizzati tre incontri con gli allievi e le allieve di terza e di quarta dei settori alimentari.
Uno, lo scorso 11 novembre, è stato teorico: si è parlato di cucina sportiva, della dieta per chi pratica sport, della scelta delle materie prime. Quello di Calvi è un lavoro di squadra, visto che collabora a stretto contatto con un nutrizionista e con lo staff medico.
Negli altri incontri si parlerà delle esperienze tecniche e, soprattutto, della figura del tirocinante, grazie anche alla testimonianza di Mattia.
Successivamente i ragazzi si recheranno a visitare le cucine dell’Atalanta, per testare – è il caso di dirlo! – direttamente sul campo la “partita” delle cucine.
Non solo cucina…
Oltre alla parte puramente teorico-pratica, Calvi si sofferma anche sui valori che il suo lavoro coltiva: in primis il presupposto per un buon lavoro è la fiducia. Come abbiamo detto, accanto allo chef girano il nutrizionista, i tirocinanti, lo staff, ed è importantissimo che tra loro ci sia fiducia reciproca, rispetto per il lavoro altrui e coesione. Questo rapporto ci dev’essere tra lo chef e il presidente della squadra, che mette nelle mani di Calvi la buona salute alimentare dei suoi giocatori.
Non dimentichiamoci poi che anche in cucina è infatti possibile combattere il bullismo. È necessario avere assoluto rispetto della cultura altrui anche per quanto concerne alimentazione e abitudini. Molte sono infatti le culture che si intersecano nel mondo del calcio e ci sono tempi da rispettare (si pensi ai divieti di tipo religioso, alle preghiere prima del pasto, a scelte alimentari di tipo etico…).
Insomma, lo sport diventa anche una scuola di cucina, di rispetto e di collaborazione!