In un momento storico in cui la mancanza di profili tecnici qualificati sta mettendo in crisi le imprese proprio per il mancato incontro tra domanda e offerta, Cristina Bombassei, vicepresidente di Confindustria Bergamo e responsabile dei progetti educativi dell’ente, rilancia l’ipotesi che le famiglie dovrebbero meglio conoscere la realtà produttiva del territorio e le sue esigenze, per meglio indirizzare i propri figli verso scuole tecniche,”perchè si ha bisogno che i talenti che vengono fuori da queste scuole, bussino alle porte delle imprese del territorio”. La forte evoluzione in senso digitale dell’industria ha reso il mismatch tra domanda e offerta ancora più grave e ciò non può essere ignorato.
E’ chiaro che appassionare i ragazzi verso la scienza e la tecnologia riveste una importanza cruciale per la competitività del nostro territorio; non è un caso che Confindustria Bergamo promuove da tempo l’istruzione tecnica sia a livello di scuola superiore, sia a livello di ITS.
L’individuazione e la valorizzazione delle attitudini dei ragazzi , che è uno dei principi dell’orientamento, vede impegnate prevalentemente le scuole, mentre il ruolo del mondo del lavoro è quello di far comprendere ai ragazzi come sono cambiate le professioni e quali competenze sono necessarie. Si tratta di un esercito di nuovi professionisti, che vanno formati e indirizzati verso la propria ideale collocazione lavorativa, pertanto rimane importante un processo coordinato tra tutti gli attori, ecco perchè Confindustria a Bergamo siede al tavolo per l’orientamento insieme all’ufficio territoriale scolastico e alla altre istituzioni.
I Licei la fanno da padrone, ma il territorio chiede figure professionali specifiche!
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